LA STORIA DEL SOVRAINDEBITAMENTO
La storia di Massimo (nomi di fantasia) è la storia di un imprenditore del settore dell’abbigliamento, che a causa della concorrenza dei produttori asiatici e della crisi economica che ha colpito l’Italia nel 2011, si è trovato in una grave situazione di crisi che ha determinato il fallimento della società.
Massimo costituiva nel 2009, insieme ai fratelli, una società a responsabilità limitata per la produzione e vendita di capi di maglieria nei centri commerciali della provincia bresciana.
Dopo alcuni anni, la società subiva un progressivo calo di fatturato a causa dell’ingresso nel mercato dei competitors asiatici (Cina) e della crisi economica italiana del 2011. Nonostante gli sforzi economici Massimo non riusciva ad invertire il tend negativo. A maggio del 2017 la società veniva dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia.
Dopo 2 anni dal fallimento, Il curatore nominato decideva di esercitare azione di responsabilità nei confronti di Massimo e dei fratelli ex art. 146 comma 2 legge fallimentare e di promuovere un ricorso cautelare per il sequestro preventivo dell’unica casa di proprietà di Massimo: già oggetto di procedura esecutiva promossa dalla Banca per mancato pagamento del mutuo ipotecario.
Massimo trovandosi in una situazione di sovraindebitamento e con tre procedure giudiziali pendenti decideva di rivolgersi all’Organismo di Composizione della Crisi di Brescia di Protezione Sociale Italiana per risolvere la propria situazione www.occbrescia.com
PROPOSTA DI STRALCIO DEL DEBITO PER FIDEIUSSIONI RILASCIATE IN FAVORE DELLA SOCIETA’ DICHIARATA FALLITA E PER IL MUTUO IPOTECARIO PERSONALE SULLA PRIMA CASA
Massimo ha offerto per risolvere la propria situazione di sovraindebitamento pari ad euro 4,7 milioni – nel procedimento di composizione della crisi ex legge 3/2012 NRG 102/2019 – il ricavato della vendita all’asta dell’unico immobile di proprietà.
LA SENTENZA DI SOVRAINDEBITAMENTO LEGGE 3/2012
Con sentenza del 29.10.2019, il Tribunale di Brescia – giudice dott. Alessandro Pernigotto – ha aperto la liquidazione del patrimonio di un socio e amministratore di una s.r.l fallita avente una esposizione debitoria per fideiussioni prestate in favore della s.r.l. e per un mutuo ipotecario pari ad euro 4,7 milioni.
Il Giudice ha dichiarato aperta la liquidazione del patrimonio nonostante sia pendente nei confronti del debitore: 1) un azione di responsabilità per danni ex art. 146 comma 2 l.f. e 2) un giudizio cautelare per il sequestro preventivo dell’unico bene di proprietà del debitore già all’asta.
La sentenza consente all’imprenditore di risolvere il debito complessivo offrendo ai creditori il ricavato della vendita all’asta dell’immobile di proprietà e di sospendere il giudizio cautelare in corso.
Il debitore otterrà il beneficio dell’esdebitazione decorsi 4 anni dal decreto di apertura della liquidazione del patrimonio con provvedimento del Giudice.
Il gestore della crisi di Protezione Sociale Italiana che ha gestito il caso è il dott. Andrea Pagani
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